The Opening (Die Mutter)

Hai creato il mio cuore ma hai saputo riempirlo solo di assenza. E hai deluso mani in attesa di altre mani e braccia vuote di abbracci perduti e mai ritrovati. Hai saputo piegare ogni resistenza, la mia ribellione un capriccio da addomesticare e sistemare come un soprammobile da spolverare di tanto in tanto nella schiera dei tuoi successi. La mia vita è un grido silenzioso: non hai mai capito una sola parola, non hai dato ascolto a nessuna delle mie lacrime, non hai saputo asciugare la mia disperazione, hai voltato lo sguardo altrove davanti alla mia miseria. Hai tentato di soffocarmi cercando di impagliarmi da viva, ero solo una bambina morta che ancora respirava e si dibatteva, un pesce appeso all’amo che si straziava la bocca agognando la libertá; scaricavi generosamente corrente elettrica attraverso il filo spinato che mi avvolgevi attorno. Non sono stata in grado di liberarmi: le mia labbra portano ancora i segni della lotta, il mio stomaco ha smesso di funzionare. Ho ingoiato il tuo veleno fino a scoppiare, lo facevo per te, per imparare ad accettare una violenza al giorno, perchè la vita è solo dolore e bisogna dissimulare. Ho rinnegato ogni ideale, mortificato ogni talento, spento ogni passione. Per te, solo per te, perché ero tutta sbagliata, la risultante errata di un’equazione perfetta. Hai tentato di cancellarmi, di lavarmi via, di scolorirmi, come una macchia di sangue sui vestiti, una vergogna da nascondere nel buio di una cantina, insieme agli scheletri e ai fantasmi.

Ebbene, ho ascoltato i loro racconti, le loro voci nella mia testa mi hanno addormentata ogni sera, le loro ossa fredde hanno ballato per me ogni notte. Sono diventati la mia famiglia, mi sono rimasti accanto quando ho creduto di essere sola, sono stati gli unici complici per quello che credevo un peccato mortale. Nelle loro braccia ho trovato conforto, nelle pagine invecchiate di storie immutabili, tra l’inchiostro e la fantasia, nelle visioni che mi sono entrate dentro ed ora sono in me. Ora sono io quelle ossa che posso far ballare lontano dai tuoi occhi e ho un oceano sconfinato di favole nere che sanno nascere nella mia mente. Ci sono cose che non si possono uccidere, non sanno sparire. E sono cose che, sfuggendoti, hanno trovato rifugio negli unici luoghi in cui non saresti stata in grado di arrivare: in quella zona del mio cervello capace di creare ció che non esiste. E quella che tu chiami arte è un’impronta scialba di un neorealismo mediocre dal quale non sei mai stata in grado di affrancarti. Per me saresti stata tutto, ogni meraviglia avrebbe portato in sè il tuo nome, sarei stata fiato di ogni tua gloria. Invece sei in me solo come uno strappo nel cuore, un segno di catene strette ai polsi e la paura di poter amare.

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13 thoughts on “The Opening (Die Mutter)

  1. Wish aka Max says:

    Quanti danni si provocano da genitori… A me una volta dissero, a proposito della perfida genitrice “è l’unica madre che ha”. Quella frase fu per me l’inizio dell’affrancamento, la comprensione del fatto che esiste una distanza giusta. Ché se sei troppo vicino sei troppo coinvolto emotivamente e non capisci nulla, e sei troppo lontano il risentimento diventa preponderante.

    • Finora non ne ho mai parlato in questi termini: maggiore era la delusione, la frustrazione, la certezza sepolta che fossi la colpa di tutto. Ma forse è ora che affronti anche tutto il resto, che cambi prospettiva. Ho tante emozioni dentro che il riserbo, il pudore o il solo senso di colpa hanno imbavagliato a lungo. Stanno crollando tanti castelli di carte, cercare di fermarli credo sarebbe una battaglia persa, tanto vale soffiare forte e vedere cosa rimane in piedi. Si provocano tanti danni da genitori e credo che questo mi terrà lontano dal tentare l’esperienza a mia volta, ma rimane una delle migliori occasioni concesse agli essere umani per fare qualcosa di buono al mondo. E credo siano necessari un enorme talento e capacità e risorse e…è uno dei mestieri più difficili al mondo, più dell’astronauta, più del chirurgo, più del fisico nucleare, solo che non c’è selezione e chiunque si butta a capofitto convinto di non poter sbagliare. Forse sarebbero necessarie una maggior consapevolezza o umiltà o buonsenso…o non so, magari è giusto concedere a tutti una chance e considerare gli errori un rischio calcolato. Solo che poi gli errori, come nel mio caso, devono vivere una vita intera cercando a loro volta di giustificare la propria presenza al mondo. Discorso complesso o patetico, patetico e complesso, forse non il meglio per salutare una domenica mattina di luglio. Passala al meglio.

  2. Wish aka Max says:

    Né patetico né complesso. Chi ha orecchie per intendere può intendere, chi non ce l’ha non intenderà mai. E quindi non è un problema di complessità in senso classico, che applicandosi e studiando si arrova a capire. È un problema di vissuto. Un vissuto personale (diverso ma ugualmente difficile) che sviluppa una sensibilità alla comprensione. Serve tanto lavoro, lo avevo detto qui in tempi non sospetti, quando qualcosa che avevi detto mi aveva fatto drizzare all’improvviso le antenne di quella sensibilità. Tanto lavoro e tanta pazienza, soprattutto con se stessi, ma anche con i carnefici. Ma alla fine si esce a riveder le stelle. E sono sicuro che le rivedrai. Abbracci oscillanti a strafottere.

  3. sono un po’ carente di parole oggi.

  4. Topper says:

    Le macchie di sangue sui vestiti sono indelebili.

  5. silenthell16 says:

    Con mia madre è una lotta continua con pause di quiete che subito passano.Lei mi ha rialzato la testa quando ero quasi morente, mi ha tenuta stretta mentre il resto scivolava via e per questo la ringrazio.Ma ha fatto anche danni enormi e lei lo sa, le sue parole risuonano ancora nella mia testa e le decisioni che ha preso per me ad oggi risultano solo negative.Guardo lei che così tanto sa di me e al contempo così poco, nonostante tutto, nonostante gli anni dell’oscurità più profonda.Tu sei così bella tesoro, così potente nel tuo raccontare che per un attimo ho ripreso respiro per scrivere a mia volta.Non lasci spazi, mi piace questo, è un continuo fluire ed infierire ed è meraviglioso.Non fermarti mai, guarda a tua madre come si guarda ad un quadro che conosci ma che odi, volgi lo sguardo altrove, dimenticati di quei discorsi che sai non andranno mai via del tutto dalla tua testa e cammina fiera.Così bella, sei così bella.

    con tutto l’amore che ho.
    L’albero, la foglia, il ramo e la goccia di rugiada su di te.
    ta
    S.

    • Nonostante la rabbia, la delusione, nonostante le abbia sputato in faccia più volte il rancore che le porto per tutto il male che mi ha fatto intenzionalmente, per tutto quello che mi ha negato che non tornerà più, per tutta la vita che mi ha dato e sottratto, non riesco ad odiarla, la amo di un sentimento doloroso e scuro, come un livido, una profonda sindrome di Stoccolma da cui non riuscirò mai a liberarmi. Ma sono così stanca di soffocare le urla e ormai non mi importa più nulla, nessuno può sentirle, sono sola, sola con loro, i miei incubi e la mia dannazione. Grazie, per tutto l’amore che mi scrivi e che mi appunto sul cuore, il mio cuore vecchio e malato ❤ Ti abbraccio forte, ma forte davvero.

  6. NaifSuper says:

    “dai diamanti non nasce niente
    dal letame nascono i fior”

    Tua e tua soltanto è la vita e non di chi ti ha generato. Nessun rimorso, nessun rimpianto. Sii libera bambina ora che l’incantesimo è spezzato!
    Se solo mamma sapesse che amore di figlia…

    • Io non lo so se si potrá mai spezzare davvero l’incantesimo: é radicato davvero a fondo, lo sento, é come se fossi ammanettata ad un corpo morto, volgo lo sguardo altrove ma brucia nei miei occhi la consapevolezza che sia lì, che sia lì per rimanere. Vorrei non fosse per sempre.

      Per il resto….=^_________________________^=*

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